Sentiamo spesso parlare di turisti o viaggiatori, ma in realtà quali sono le vere differenze di queste due categorie che tanto si sentono distanti? Viaggiare vuol dire vedere con gli occhi di chi quel posto lo vive, calarsi il più possibile nella realtà e nello spirito del luogo, cercare incontri improbabili e a volte meravigliosamente inaspettati, lasciarsi guidare dal caso e non dal programma. Per essere viaggiatori si deve aver pazienza, dedicare tempo alle esperienze, chi si dà troppi obiettivi e poco tempo non assapora nulla di ciò che scopre. Il viaggio è fatto di emozioni, e non di visite guidate. “Mi hanno aiutato a vedere il mondo con i loro occhi, altrimenti avrei viaggiato utilizzando solo i miei occhi e i miei pregiudizi, andando solo dove le mie scelte mi portavano.” Il vero viaggiatore ha un bassissimo impatto sull’ambiente che lo ospita, cerca strutture eco-sostenibili, utilizza mezzi di trasporto semplici, o meglio i suoi piedi, si siede alle tavole della gente del posto e soprattutto rispetta la loro cultura facendone tesoro. Al contrario la macchina del turismo non sempre fa notare l’impatto socio-economico che può avere sul territorio, spesso sfruttato da grandi multinazionali solamente per il profitto. “Il turismo consuma tutto. L’industria turistica è orribile non solo per fenomeni come il mercato del sesso, ma perché ha creato una mentalità da prostituzione. Si vende tutto di un luogo e delle persone che lo abitano pur di fare soldi.” (Tiziano Terzani) Di solito non generalizzo, quindi non credo che tutti coloro che non si possano definire viaggiatori siano persone irrispettose, o non abbiano idea dei problemi che l’arrivo del turismo di massa possa creare. Purtroppo molto spesso non ci si rende semplicemente conto, non si conoscono le dinamiche che portano allo sfruttamento dei territori e soprattutto delle popolazioni che li abitano. Chi di voi non è mai stato in qualche villaggio turistico? E non vi è mai saltato all’occhio che in qualsiasi posto del mondo andiate, lo staff con cui interagite è formato interamente da personale della vostra stessa nazionalità mentre tutta la servitù (così abitualmente chiamata, a mio avviso con cattivo gusto) sempre locale? E vi sembra corretto? A me personalmente no. Non mi piace ritrovarmi in un’ambiente costruito, e al tempo stesso sfacciatamente identico a quello dove vivo, senza poter interagire con gli abitanti del luogo. Sono strutture apprezzate dal turismo di massa, molto spesso i loro ospiti non escono nemmeno dai recinti, trascorrendo le giornate tra piscine e giochi di gruppo. E non c’è niente di più bello dell’istante che precede il viaggio, viaggiare è qualcosa di diverso, è qualcosa di più che visitare frettolosamente dei posti. Datevi tempo, guardatevi intorno, fermatevi su di una panchina ad osservare i passanti, uscite all’alba la mattina e rientrate dopo il tramonto, entrate in contatto con il posto e con la sua gente…Solo così potrete dire di aver conosciuto un popolo e la sua cultura.
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Novembre 2017
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